Le poesie sono come organismi viventi: Kristina Janušaitė Valleri, poeta italiana e lituana.

di Valentina Di Cesare e Viviana Fiorentino

Latitudini/Latitudes

Kristina Janušaitė Valleri è nata in Lituania. È laureata in linguistica e letteratura. Dal 2011 risiede in Italia e scrive poesie in due lingue: lituano ed italiano. Dal 2001 al 2006 è stata responsabile dell’associazione di letteratura e arte dell’Università di Vilnius, Lituania. Ha organizzato vari eventi culturali, artistici e letterari. Ha partecipato a numerosi concorsi letterari sia in Lituania che in Italia ed è risultata vincitrice in: L’autunno filologico (Vilnius, Lituania, 2002), 3° concorso di haiku organizzato dall’ambasciata del Giappone in Lituania (2013), Sulla strada (Monterotondo, 2013), Fabula e intreccio (Reggio Calabria, 2016). I suoi testi sono stati pubblicati su varie riviste letterarie e raccolte poetiche sia lituane (come, Exodica, Literatura ir menas, Siaures Atenai, Ateitis) che italiane (El Ghibli; in antologia: Viaggio di versi: Nuovi poeti contemporanei, 2013; Invito alla poesia: oggi mi sento poeta, 2013; Il Federiciano, 2014).

Valentina e Viviana: Scrivi che la poesia è una porta per entrare in una lingua straniera. Ci spieghi di più, cosa possiede la poesia per permettere l’accesso a una lingua e una cultura nuove?

Kristina Janušaitė Valleri: Poiché scrivo poesie in due lingue, lituano e italiano, la poesia diventa un crocevia di due culture. Il potere inesauribile della parola poetica diventa uno strumento, che apre le porte di un’altra cultura e lingua, per cui un’opportunità per vivere la cultura e la lingua italiana come dall’interno. Permette di sentire le sfumature, le possibilità ed i confini linguistici, sia grammaticali che etimologici.

Valentina e Viviana: Ti accade che qualcosa della lingua lituana entri nella tua poesia in lingua italiana? E accade il vice versa?

Kristina Janušaitė Valleri: Capita spesso che i segni della cultura, dell’etnocultura e della mitologia lituana si intreccino nelle mie poesie scritte in italiano e viceversa. Le mie poesie in lituano sono ricche di motivi, espressioni, frammenti di quotidianità italiana, molto diversa dal mio ambiente natale.

Valentina e Viviana: Come ha modificato, lo scrivere in italiano, il tuo scrivere in lituano? E il tuo rapporto, in genere, con la lingua e le culture. 

Kristina Janušaitė Valleri: Lo scrivere in italiano ha il maggiore impatto sui miei testi lituani. I segni della cultura e della quotidianità italiana si intromettono naturalmente, li invadono e ci stanno abbastanza bene. Questo è il mio stile poetico, nato mentre già vivevo in Italia, conoscendo meglio la lingua italiana ed esplorando le sfumature linguistiche. Sono sempre stata interessata alle sottigliezze linguistiche, perché questa è la mia professione primaria (mi sono laureata e specializzata in lingua e letteratura lituana e sto proseguendo i miei studi linguistici sulla lingua italiana all’Università di Venezia). Di conseguenza, mi piace giocare con le parole, per esplorare le loro possibilità linguistiche e semantiche, dove la parola poetica e il testo stesso possono portarmi. A volte inizio a scrivere una poesia in lituano e la finisco in italiano. Quindi devo modificarla, lavorare di più sul testo. Le poesie sono come organismi viventi: si nutrono dei dettagli, dei motivi, delle esperienze, delle sfumature linguistiche di un particolare ambiente. Spesso si nutrono anche dei ricordi. Il testo interseca il passato ed il presente, qua e là. La parola poetica, come in uno specchio, riflette le mie esperienze di diverse culture e lingue, che sul piano creativo si trasformano e acquisiscono nuovi significati.

Valentina e Viviana: La tua poesia è ricca di spazi e oggetti. Cambiano, si trasformano, quando scrivi in una o nell’altra lingua?

Kristina Janušaitė Valleri: Le cose, gli spazi cambiano di più, a seconda del contesto di dove sono o abito e con ciò di cui scrivo, non per la lingua utilizzata. Ad esempio, avevo creato delle poesie in italiano sulle esperienze e sui ricordi lituani, quindi sono ricche di motivi lituani, sebbene siano scritte in italiano. Vivendo in Italia, naturalmente i testi contengono più elementi di quotidianità, di cultura italiana, nei quali a volte si intrecciano i frammenti delle esperienze lituane. Guardo alla lituanità da una nuova prospettiva, cioè dalla cultura e vita quotidiana italiana, che è diversa da quella vissuta in Lituania. Questo si riflette anche nei miei testi. D’altronde, scrivendo in madrelingua, il contesto italiano non scompare da nessuna parte, gli spazi e le cose lituane si intrecciano con quelli italiani.

Valentina e Viviana: Quando e perché l’Italia è diventato il tuo paese? Quali sono le caratteristiche della comunità lituana in Italia se le conosci?

Kristina Janušaitė Valleri: Vivo in Italia da dieci anni. Mi sono trasferita qui seguendo il mio cuore. Di conseguenza, l’Italia è diventata la mia casa, alla quale mi sono gradualmente adattata, così come per la lingua e la cultura italiana. Sì, c’è una comunità lituana in Italia alla quale appartengo e sono attivamente coinvolta nelle sue attività culturali, soprattutto nella mia regione, il Veneto. Sono famiglie miste, nelle quali le tradizioni di entrambe le culture, lituana e italiana, sono apprezzate. La maggior parte dei lituani si sono integrati perfettamente nella cultura italiana, senza dimenticare le proprie radici. Insieme celebriamo le feste tradizionali lituane, comunichiamo nella nostra lingua madre, organizziamo vari eventi, incontri, collaboriamo con l’Ambasciata della Repubblica di Lituania in Italia.

Valentina e Viviana: Che tipo di lingua è il lituano a livello di suoni e quindi per un uso poetico? Ci sono più somiglianze o differenze tra l’italiano e il lituano e in cosa consistono?

Kristina Janušaitė Valleri: Il lituano è una delle più antiche lingue indoeuropee e appartiene alla protolingua baltica. Scriviamo in caratteri latini. Grammaticamente il lituano è molto diverso dall’italiano: esiste un sistema dei casi, cioè la declinazione dei verbi, aggettivi, pronomi, simile al latino, non ci sono gli articoli, l’alfabeto lituano è composto da 32 lettere. Ad esempio, ci sono lettere come š, č, ž, ą, ę, į, ecc. La lingua lituana è anche melodica, è possibile creare poesie con le rime. Per me personalmente, il suono interiore è più importante in una poesia: scrivo in versi liberi.

logos

nelle visioni

filosofiche delle cose si illuminano le loro essenze*

interpellando

l’inconscio con i frammenti

dei sogni sbiaditi (come le fotografie dal ‘900 sepolte nella valigia)

mi ricostruisco

attraverso la parola recondita

nei secreti** spolverando

la terra –

le immagini e gli ornamenti di bauli antichi

con gli alberi della vita con gli uccelli sui rami che dondolano

(ogni primavera le allodole si trasformano in merli) quando la luna cala

rotoli infiniti di tela per il vestito di sposa novella con ricamati

Rūpintojėliai*** vicino le strade che accompagnano e

incontrano negli incroci delle culture mi stabilisco

in

logos

in vera casa dai riconoscimenti crescenti

riconosco me stessa

iterata e

transitoria nelle forme

trasparenti

dell’esistenza – – –

_______

*«ciò per cui una certa cosa è quello che è, e non un’altra cosa» Aristotele

** un gioco lituano (in una piccola buca della terra si mettono diverse cose, ad es. fiori, piccoli sassi, perline ecc., poi sopra si poggia un frammento di vetro e si versa la terra. Dopo con un dito bisogna raschiarire un po’ la terra e così si intravede cosa è nascosto, cioè vedi come un’immagine.

*** E’ un simbolo nazionale lituano, uno degli oggetti di arte popolare – una scultura di legno che rappresenta Gesù Cristo preoccupato, pensieroso.

leggevo le tue lettere

e non credevo che

sai così precisamente

iscrivere

le lettere

mancate

nel mio tacere

paesaggio con i fichi d’India

scendendo dal monte

si perdono le tue

parole tra la polvere e

il calore brucia ogni

lettera rimane solo

vuoto bianco sordo

che raccolgo come i

fichi d’India

con le mani nude

sanguinanti

attorno al borgo – – –

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