letturefuoricatalogo #8 | Marta Fabiani, una poeta da riscoprire

Photo credit: Clelia Lombardo

#letturefuoricatalogo è una rubrica che si propone di presentare testi difficili da reperire e non più ripubblicati. Il primo volume è Poesie (Edizioni S. Marco dei Giustiniani, 1985) di Marta Fabiani. Ogni mese leggeremo due poesie da questo libro, proponendo il testo di una poesia e una lettura audio.

Oggi, sfogliamo il libro insieme e leggiamo l’ottava poesia dalla raccolta Poesie (Edizioni San Marco dei Giustiniani, 1985).





Sottotetto, la vita era una chiusa,
vi passavano pace e pentimento
certe ore soltanto, e l’altro tempo
macinava un ardore senza sosta –

lì appresso, si ergeva un campanile
ultimo a scomparire, nella sera:
campi arati e distese, ed ero io,
io che muovevo la ruota del paese!

Lo rimiravo al parapetto
nel quadrato di case che s’apriva
a uno spiraglio d’erba – sul tetto
la banderuola garriva,
meridiana del vento –

e gli schiamazzi dei bambini
immutati, come se una bacchetta
picchiasse sempre sullo stesso vetro
le loro gole estatiche –

m’infilavo nel letto
con un’idea così precisa e fresca
da contenermi tutta, in quel momento –

l’acqua scorreva a piacimento
matrice dei colori nelle diurne
mesticherie della mia stanza –

e nel giro di luce del tramonto
si scioglieva il vento
si appianava il ciglio della gronda
sbocciavano occhi umidi
come giglio rosacei dalle stanze –

mi alzavo a spegner l’acqua

finché un giorno
dimenticai di farlo, e al mattino
non c’era niente a farmi ricordare

questo fluire preordinato, lento

per tutto il tempo che durò
la pioggia alluvionale.

Marta Fabiani nacque nel 1953 a Pavia. I suoi interessi poetici furono rivolti fin da subito al mondo anglosassone: nel 1979 tradusse e curò, per la casa editrice Guanda, l’epistolario della poeta americana Sylvia Plath (su cui incentrò la sua tesi di laurea in Psicologia); successivamente lavorò alla traduzione della poeta inglese Christina Rossetti. Nel 1977, pubblicò il suo primo libro di poesie, Maratona (Cooperativa Scrittori), di cui ha già parlato sul nostro blog Marco Scarpa qui. Marta Fabiani fu un’artista poliedrica: giornalista, ballerina e autrice di commedie radiofoniche per la Radio della Svizzera Italiana. A New York, dove visse due anni, studiò recitazione con i maestri dell’Actor’s Studio. Visse poi a Milano. Le poesie Nanerane apparvero sulla rivista «POESIA» nell’ottobre del 1990 (n. 33/anno III). Nel 2002, apparve Ballate dell’odio e del disamore (Manni). Morì nel 2014: Franco Manzoni ne diede notizia sul «Corriere della Sera» l’1 luglio 2014. Riconosciuta da autori come Raboni, Porta, Majorino, il suo volume Poesie venne prefato da Maurizio Cucchi. Nel 2017 Maria Pia Quintavalla, Giancarlo Majorino e Franco Manzoni hanno ricordato Marta Fabiani e la sua poesia in un intervento commosso che può essere visto qui.

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