#PodcastFest – Debi Sandrin legge Amalia Guglielminetti

Torinese, nata nel 1881 e lì scomparsa nel 1941, Amalia Guglielminetti è stata una poeta nota per i suoi versi di “una femminilità accesamente sensuale e di una sincerità autobiografica spinta fino all’audacia” (Treccani). Nella sua poesia è riconoscibile il riferimento a d’Annunzio, già presente in molti autori della stessa generazione, per l’influenza italiana ed europea dello scrittore pescarese. Tra le sue opere in poesia ricordiamo: Le vergini folli, 1907; Le seduzioni, 1908; L’insonne, 1913. Scrittrice di prosa e di novelle (I volti dell’amore, 1913; Anime allo specchio, 1915; Gli occhi cerchiati di azzurro, 1920; ecc.), di un poema tragico (L’amante ignoto, 1911) e di commedie (Nei e cicisbei, 1920; ecc.), si può ricordare postumo, un carteggio con G. Gozzano (Lettere d’amore, 1951; a cura di S. Asciamprener), con cui fu in contatto per un periodo della sua vita.

Vortice

Noi ci fissammo, con un folgorio
d’occhi tenace. Io so che in quel momento
il cuore ti tremò del tremor mio.

Eravamo seduti con il mento
nella mano, in un’ombra di veranda,
in qual tempo, in qual giorno, io non rammento.

Rammento che giungeva a ondate, blanda,
una lontana musica e che spesso
ripeteva un motivo di domanda.

A un tratto ci trovammo così presso
da provarne vertigini, e smarriti
impallidimmo del pallore stesso
come su un buio vortice che inviti.

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